Elisabetta ha deciso di impegnarsi in un'esperienza di Servizio civile nel Comune di Bonate Sopra, dove abita, scegliendo un progetto dedicato agli anziani e ai bimbi disabili. Dopo gli studi in ambito socio-sanitario, voleva portare avanti questo percorso e “acquisire una maggiore esperienza sul campo, in un ambiente diverso ma altrettanto stimolante rispetto ai tirocini fatto nel mio percorso scolastico”. Ha svolto varie attività, tra cui quella riguardante “le domande per la distribuzione dei pasti, i trasporti e l'assistenza domiciliare, oltre alla gestione dei sacchi rossi”. La sua postazione era all'ingresso, dove si potevano incontrare tante persone ogni giorno: “Questo mi ha permesso di sviluppare una certa capacità di relazione e comunicazione con gli utenti, inoltre collaboro con le volontarie, con cui mi trovo molto bene”.
Questa esperienza, “mi ha portato sia benefici lavorativi che personali: da un lato, ho potuto arricchire il mio curriculum, dall'altro mi ha permesso di crescere come persona e di stare a stretto contatto con anziani e persone che hanno bisogno di aiuto, che mi hanno insegnato l'importanza dell'empatia, della pazienza, della cura, qualità fondamentali in questo tipo di lavoro”. Durante il percorso “ho avuto anche l'opportunità di affrontare diverse difficoltà, diventate per me occasioni di crescita, ad esempio ho imparato a gestire l'ansia e ad affrontare situazioni impreviste con calma e determinazione”. Tra i momenti “molto belli”, parla del “ricevere una parola di gratitudine, che rende ogni sforzo ripagato, come un semplice: grazie, sei gentilissima”. E, tra gli aspetti positivi, ricorda quello di “aver fatto amicizia con altri ragazzi e ragazze che, come me, fanno Servizio civile”. Ci sono poi dei ricordi particolarmente intensi, tra i quali evidenzia “il legame che ho creato con alcune persone dell'ufficio”, tra cui una collega con cui “ho instaurato una bella relazione professionale e di amicizia” e la Olp (operatrice locale di progetto) con cui “mi trovo molto bene, fin da subito c'è stata molta sintonia e collaborazione”.
Questa esperienza, rileva Elisabetta, le ha permesso di “migliorare sul fronte della timidezza e di acquisire maggiore sicurezza in me stessa, percorso che richiede ancora tempo, ma posso dire che ho fatto passi importanti”. In generale, “posso dire che questo periodo mi ha permesso di crescere sotto vari aspetti e sebbene ci siano stati anche momenti difficili, li ho affrontati con determinazione ed entusiasmo”.
E, grazie a questa esperienza, “ho maturato la decisione di fare un corso per diventare Oss, perché sento che questa è la direzione che voglio seguire per il mio futuro professionale”.
Elisabetta, operatrice volontaria di Servizio civile presso il Comune di Bonate Sopra











Cosa mi ha lasciato l’esperienza che sto facendo di SCU in un asilo nido?










A pochi giorni dall'avvio dei volontari di Servizio Civile riceviamo e condividiamo la prima impressione di Alessia










Ecco la foto che racconta la mia esperienza come volontaria in servizio civile. Una foto che per qualsiasi altra persona non vale niente ma che per me racchiude tutta la mia esperienza.
Salve, sono Casaletti Martina ho svolto il mio anno di Servizio di Civile in un asilo nido tramite la Cooperativa Marta a Sannazzaro De Burgondi in provincia di Pavia.
"Riflessione sul mio percorso di Servizio Civile Universale
Da quando sono state aperte le selezioni per il Servizio Civile ho deciso di provare a candidarmi e fortunatamente ora sono in servizio. Non mi sarei mai aspettato di capitare in una RSA proprio in un momento simile ma mi trovo molto bene a stare con anziani e disabili. Sicuramente non saranno le doppie paia di guanti, le doppie mascherine o la tuta che mi faranno cambiare idea o passare la la voglia. Nella sfortuna, ho avuto la possibilità di aiutare qualcuno, in un momento così critico, nulla di più bello che sentirsi utili e vedere il sorriso sulle facce di quelle persone che ti fanno davvero capire quanto un sorriso possa fare bene.
Noi giovani non siamo visti di buon occhio dai più adulti e ancora di più dagli anziani. "Stanno sempre ai cellulari", "Non fanno mai nulla di buono" e "Che gioventù sprecata" sono le frasi principali che si sentono pronunciare da coloro che hanno qualche anno in più, soprattutto quando stiamo cercando di migliorare o cambiare, nel nostro piccolo, ciò che loro stessi hanno prodotto o addirittura sostenuto. Posso invece negare sul fatto che ci sono ragazzi della nostra età che fanno da simbolo (principalmente coloro che hanno i capelli colorati, rasati o con acconciature particolari, piercing sul viso e tatuaggi dipinti su tutto il corpo) alla tipica frase "questo ragazzo/questa ragazza che non avrà un futuro", eppure, magari, sono loro stessi che nei pomeriggi liberi vanno a raccontare fiabe negli asili o vanno a fare due chiacchiere con i nonni del paese, ascoltando le loro storie riguardanti la Seconda guerra mondiale. Questa era una piccola premessa per dire semplicemente che oltre ad aiutare coloro che sono in difficoltà di qualsiasi tipo, proteggere l'ambiente, progettare un futuro migliore, noi ragazzi, indipendentemente dai nostri capelli o da come vogliamo decorare la nostra pelle, cambieremo il futuro un passo alla volta per riportare la serenità di una volta. Ne approfitto per raccontare la mia esperienza prima e durante l'emergenza Covid-19. Iscritta al Servizio Civile il 15 gennaio di quest'anno, andavo personalmente a trovare i concittadini del mio paese per due chiacchiere. Ognuno la prendeva in modo diverso, chi mi attendeva con gioia sulla soglia della porta o sulla loro poltroncina davanti alla televisione o con chi, dato il loro carattere solitario, si faceva solo due parole alla finestra. Sono tutte persone over65 che per un problema o per l'altro si sono ritrovate sole e hanno la sensazione di essere escluse dal mondo. Come volontaria, andavo per un'oretta a casa di questi cari e con loro parlavamo di tutto; ricordi passati, amici d'infanzia, avventure da adolescenti o semplicemente spettegolavamo sul programma in televisione. Niente di che, potreste dire, eppure questi carissimi nonni sono quelli che si avvicinano sempre di più all'età della solitudine e del rinchiudersi in casa e avere qualcuno che, anche solo una volta al giorno, viene a scambiare due parole, può veramente farli sentire di nuovo in contatto con il mondo. Nella situazione attuale di difficoltà le chiacchiere si sono ridotte a poche parole scambiate ai rispettivi cancelli dei cittadini che richiedono aiuto per la consegna a domicilio dei medicinali che in questo momento sono tra le cose di cui hanno più bisogno. Ci sono altre mille parole da raccontare, come gli incontri giornalieri con le farmaciste, i medici che ormai mi vedono almeno una volta al giorno e le numerose chiamate in ufficio con l'Assistente Sociale, ma non voglio dilungarmi oltre e rubarvi altro prezioso tempo. Concludo con il ringraziare di cuore coloro che ci stanno guidando in questa esperienza unica e particolare e un caloroso abbraccio virtuale (bisogna rispettare le distanze!).
"Quando si parla di Servizio Civile Universale tutti ci dicono che è un'esperienza fantastica che ti cambia la vita e ti fa crescere intellettualmente e socialmente. Dobbiamo dire che siamo solo all'inizio di questa esperienza, ma senza alcun dubbio possiamo affermare che questo ultimo mese, a causa del Coronavirus, è stato sorprendentemente unico. Abbiamo capito quanto siano veramente importanti anche i ragazzi che prestano servizio. Nonostante ci abbiano proposto di interrompere il servizio, noi abbiamo deciso di continuare e ci siamo davvero resi utili e disponibili perché sappiamo quanto sia importante dare una mano alla popolazione italiana in questo particolare momento. Non possiamo negare che sia stato un periodo stressante. Credeteci, portando a casa degli infermi abbiamo ricevuto testimonianze che ci hanno fatto anche ragionare su questo periodo e su quello che hanno vissuto e visto negli ospedali. Questo ci ha anche permesso di capire quanto sia veramente importante "#restateacasa". Ci riteniamo fortunati a prestare servizio civile proprio quest'anno perché questo mese ci ha proprio dato una bella lezione di vita. Cogliamo l'occasione per ringraziare tutti i volontari della Croce Verde di Ospitaletto che, come sempre, svolgono un lavoro eccezionale! Un saluto a tutti voi di Mosaico".
Segui ciò che ti rende felice. Oggi, a 19 anni, posso dire che mi rende felice aiutare gli altri senza ricevere nulla in cambio, perché solo un grazie o un sorriso mi riempiono il cuore di gioia. Mi sono sempre inserita in progetti che davano una mano alle persone bisognose, quindi essere entrata a fare parte della Croce Verde è per me un'opportunità di conoscere nuove realtà. Svolgere questo lavoro mi sta permettendo di maturare e accrescere la capacità di mettermi in gioco. Svolgo principalmente i trasporti secondari, e anche in quelle poche ore riesco ad instaurare un rapporto indescrivibile con il paziente.
"Non so se siano i loro sorrisi rassicuranti celati dietro le mascherine, i loro dolci occhi o lo sguardo di chi nella vita ne ha passate tante, ma so di per certo che tutta la positività e la serenità che cerco di trasmettere ogni volta che consegno ad ognuno di loro il pasto quotidiano, mi vengono restituite con ancor più forza e amore. Mi ringraziano sempre prima di dirmi: ”ci vediamo domani!”, ma sono io a dover ringraziare loro per tutta la fiducia, la speranza e il buonumore che mi regalano ogni giorno. Questa emergenza COVID-19 è davvero dura, ma ne usciremo; più forti, consapevoli e uniti di prima.Un caloroso abbraccio virtuale da Hilary Labib ❤❤❤"
"Amo il mio lavoro aiutare il prossimo. Adesso sono tempi duri perché c'è il coronavirus. I nostri ospiti vorrebbero uscire e svolgere le loro attività ma non è possibile. Noi cerchiamo di tirarli su di morale sorridendo sempre e scherzando con loro, festeggiando i compleanni. Non ci arrendiamo noi abbiamo tutta la forza e la speranza che tutto questo passerà. Ciao da parte di Marianna Ambu e i miei ospiti ❤ "